SILSI-MI-
Facoltà di Scienze della Formazione
Anno
accademico 2002-03
Corso
di Scienze dell’Educazione II
“Professionalità
docente e modalità di insegnamento/apprendimento”
31.01.03
- La valutazione formativa (laboratorio)
conducono:
P.Bove – S.Pozzi
1.
Contratto
formativo
2.
Scrittura
individuale
Narra per iscritto un episodio
della tua esperienza formativa nel quale ti sei sentita/o valorizzata/o.
3.
Breve
ricognizione su esperienze pregresse avute dai corsisti in veste di valutatori.
(Per alzata di mano)
4.
Individuazione
in contesto scolastico dei differenti tempi, ambiti e soggetti
della valutazione.
(breve cenno delle tendenze
in atto: Sistema Nazionale di Valutazione, verso gli standard nazionali.)
· il lessico della valutazione
·
La
ricerca sulla valutazione didattica
·
Le
tipologie di valutazione diffuse tra i docenti
5.
Valutazione
formativa tra il narrare e l’affermare.
AFFERMAZIONE come
valutazione di un istante, misurazione-valute (quantitativa)
NARRAZIONE come valutazione
di una tendenza, relazione- valori (qualitativa) (P.Bertolini)
·
INTERVALLO
Divisione in due gruppi di lavoro per la ripresa del testo narrativo
sulla valorizzazione (valutazione?) personale
o
Individuare nel proprio scritto
elementi qualitativi e quantitativi nonché le significative strategie adottate
dai propri docenti nella relazione formativa.
o Quale trasferibilità possibile della propria riflessione teorica e dell’esperienza personale nell’attuale contesto scolastico.
4.
Individuazione in contesto scolastico dei differenti tempi, ambiti
e soggetti della
valutazione
Parlare di valutazione formativa oggi, in ambito scolastico, non può prescindere dalla conoscenza dei momenti e degli ambiti nei quali viene richiesta una specifica pratica valutativa, effettuata sia da parte dai singoli docenti, sia dalle diverse componenti che all’interno dell’Istituto e ormai in forma sempre più articolata anche dal Ministero dell’Istruzione,[1] sono chiamate ad esprimere indicazioni e precisi orientamenti. Tali espressioni, veri e propri atti valutativi, condizionano le scelte e gli indirizzi dell’Istituto nel suo complesso, con le varie componenti in cui si articola sino ad arrivare al singolo docente.
Questo movimento che dal vertice (ministero) discende alla base (docenti) e viceversa, comincia a proporre con il suo flusso di informazioni, lente ma concrete modificazioni all’interno della realtà dei singoli Istitutivi, fino al coinvolgimento del processo di insegnamento-apprendimento la cui circolarità virtuosa diventa possibile proprio grazie ad una valutazione che, formativamente, si interroghi sul significato dei propri esiti nonché sulla validità delle procedure messe in campo per la rilevazione di competenze, abilità e conoscenze disciplinari.
Accenneremo ora sommariamente all’articolazione del percorso di elaborazione portato avanti dalle varie componenti che, all’interno dell’Istituto, sulla base di indicazioni esterne, orientano con le proprie elaborazioni le scelte didattiche dell’azione docente.
Le
indicazioni dei programmi ministeriali e una attenta lettura delle necessità
formative dell’utenza scolastica portano all’elaborazione del Piano
dell’Offerta Formativa (POF), affinato nel tempo proprio sulla base
dell’efficacia e praticabilità del piano stesso, attraverso apposita verifica
effettuata dal Collegio dei Docenti, di norma al termine di ciascun anno
scolastico. Il POF orienta sia la programmazione dell’attività del Consiglio
di Classe (C.d.C.) sia la stesura della programmazione didattica che ciascun
docente elabora per ogni singola classe. Al termine dell’anno scolastico, sia
per il C.di C. sia per il docente, è richiesta la verifica della
programmazione con l’indicazione e le motivazioni delle modifiche
eventualmente apportate nel corso dell’anno scolastico.
Si arriva dunque alla verifica-valutazione
che coinvolge il processo di insegnamento-apprendimento in senso stretto: lo
studente (educando) offre con le sue risposte e le sue domande il riscontro
all’azione docente (educatore); quest’ultimo dovrà quindi tenere in
considerazione tutte le forze coinvolte educatori, educandi, ambiente e gruppo
(M. Giusti 2002)[2], al fine di orientare e
riorientare la propria riflessione e azione didattica relativa.
IL LESSICO DELLA VALUTAZIONE
Valutazione:
processo di attribuzione di valore a fatti, eventi, oggetti e
simili, in relazione a scopi che colui che valuta intende perseguire in un
determinato contesto.
Funzione
diagnostica:
acquisisce informazioni all’inizio dell’attività
formativa sui prerequisiti cognitivi e affettivo- motivazionali di ciascuno. La
v. d. serve a orientare e a decidere le azioni didattiche utili a garantire a
tutti il possesso dei prerequisiti, soprattutto cognitivi, e a programmare gli
interventi successivi.
Funzione
regolativa:
si svolge nel corso del processo di apprendimento, acquisisce
informazioni da prove e da osservazioni sistematiche. Tiene conto della
dinamicità delle proposte formative e della sensibilità del contesto
socio-culturale per dare una risposta utile in ordine ai risultati ottenuti.
Regola le attività didattiche, struttura le decisioni da prendere.
Funzione
didattica formativa:
è una funzione dinamica. Consente
l’identificazione in itinere dell’apprendimento e delle lacune dei singoli,
dei punti deboli e forti degli allievi; tiene sotto controllo anche l’attività
di insegnamento, serve ad adeguare la proposta didattica alle esigenze
verificate. Si avvale di strumenti: registro docente, registro Consiglio di
classe, documenti elaborati dal Collegio. Utilizza un codice descrittivo e
coerente alle esigenze di validità e di attendibilità.
Funzione
sommativa:
assolve alla funzione di bilancio consuntivo, non analitico
dell’attività scolastica e degli apprendimenti promossi nell’allievo. Deve
poter dare informazioni utili alla revisione della strategia didattica
elaborata.
Funzione
certificativa comunicativa:
ha come referente l’extrascuola, si avvale di strategie che
riguardano le modalità di comunicazione, dello strumento scheda di valutazione
e di un codice numerico.
Misurazione:
operazione convenzionale che consiste nell’associare un
simbolo, meglio se in forma di numero, a un oggetto ben definito, o a una sua
particolare proprietà, secondo regole determinate, in modo che a quella stessa
proprietà si possano attribuire alcune caratteristiche dei numeri che così la
rappresentano.
Verifica:
processo che mira ad accertare che siano stati conseguiti gli
obiettivi didattici prefissati, controllando quanta e quale parte di materia sia
stata appresa e in che modo dalla classe e/o dai singoli allievi.
Caratteristiche
della verifica:
La
verifica deve essere coerente
con gli obiettivi permetterne il
controllo, è oggettiva quando
garantisce uguali condizioni di esecuzione, registrazione, lettura di dati e le
risposte hanno interpretazione univoca, è valutativa
del processo in quanto controlla la
programmazione, le strategie, l’efficacia dell’insegnamento e misura i
risultati della classe.
È valida quando
si riferisce veramente a ciò che si vuole verificare e non vi sono interferenze
tra competenze linguistiche e/o cognitive. È attendibile se fornisce misure costanti e ripetibili, indipendenti
da variabili esterne.
Verifica
formativa:
per l’alunno la verifica è formativa se permette un
confronto con i risultati precedenti e con i compagni, se indica risultati
raggiungibili e il livello di apprendimento raggiunto.
Verifica
sommativa:
Tipo di verifica che accerta l’apprendimento dei concetti
essenziali di un modulo o di una unità didattica.
Osservazione
sistematica:
procedura che permette di rilevare, in contesti determinati,
comportamenti, dati, informazioni, che assumono particolare significato in
relazione a una ipotesi precedentemente formulata.
Programmazione:
progetto formativo contestualizzato, iscritto nei vincoli di
istruzione nazionale e sopranazionale, che persegue intenzionalmente obiettivi
di insegnamento - apprendimento, e che dichiara le proprie modalità di
attuazione.
Fino agli anni Cinquanta la ricerca sulla valutazione, o docimologia, ha caratteristiche formali
Procedure che si collegano alla rilevazione e all'elaborazione dei dati.
La valutazione era intesa come un aspetto dell'educazione dotato di una propria autonomia.
Interesse per la rilevazione terminale degli apprendimenti
A partire dagli anni Sessanta ha incominciato a svilupparsi una ricerca, centrata sui collegamenti tra didattica e valutazione
Stabilire stretti nessi funzionali tra le attività volte a consentire agli allievi di acquisire le competenze e le abilità che costituiscono l'obiettivo della formazione e la verifica dei fenomeni in atto.
Scriven[4] ha introdotto nella seconda metà degli anni Sessanta la distinzione della funzione formativa da quella sommativa della valutazione.
La nozione di valutazione predittiva poteva essere rivolta alla rilevazione del repertorio di competenze e di abilità posse-duto dall'allievo
(gli esami di ammissione alla scuola media, aboliti verso la metà degli anni Cinquanta, avevano appunto lo scopo di predire le possibilità di successo degli allievi che aspiravano a iscriversi a tale tipo di scuola).
Per la sua collocazione la valutazione predittiva (valutazione diagnostica). I dati della valutazione iniziale potevano essere utilizzati per compensare livelli di competenza considerati insufficienti (valutazione prognostica).
Scriven: interpretazione dell'attività valutativa capace di creare una rete di riferimenti interagente con le attività didattiche.
Applicare pertanto alla didattica il principio della retroazione, estendendo alle pratiche formative centrate sull'interazione diretta insegnanti/allievi un concetto che aveva fatto la sua prima apparizione nell'ambito rarefatto dell'istruzione programmata.
Nelle fasi intermedie di una procedura didattica alla valutazione formativa spetta di rilevare l'informazione circa il modo in cui ciascun allievo procede nel suo compito di apprendimento: l'informazione produce una rapida ristrutturazione del percorso, per adeguarlo alle necessità individuali.
Nella fase terminale, la valutazione assume carattere sommativo:
-rilevare la capacità di organizzare nel complesso gli apprendimenti per fornire prestazioni complesse
-rilevare l'adeguatezza della proposta rispetto alle necessità di chi apprende,
-verificare la funzionalità della procedura rispetto agli obiettivi che per essa erano stati posti.
valutazione
formativa
riversa l'informazione acquisita sulla procedura in corso,
valutazione
sommativa
collega in sequenza i segmenti del percorso, e fornisce elementi utili per
programmare interventi successivi:
circolarità
della valutazione
Il mastery learning (o apprendimento per la padronanza)
Dalla teoria di Scriven un gruppo di studiosi coordinato da B. S. Bloom ha
definito
la strategia di individualizzazione volta al conseguimento di livelli qualitativi elevati di apprendimento per tutti, o quasi, gli allievi nota come mastery learning.
Scopi
:
-assicurare il carattere collettivo della formazione scolastica
-quindi il perseguimento degli obiettivi affettivi e di socializzazione che si collegano all'esistenza di un contesto caratterizzato da intense interazioni personali
-con il differenziare la proposta didattica
allo scopo di offrire a ciascun allievo la proposta di apprendimento
di cui ha effettivamente bisogno.
Comporta:
-che
l'attività sia accuratamente organizzata, in modo da prevedere frequenti
momenti di verifica.
-In pratica, questa esigenza viene
soddisfatta suddividendo il percorso
formativo in segmenti, ciascuno dei quali assorba una quantità
modesta di tempo (per esempio, una o due settimane).
il mastery learning realizza un ribaltamento per ciò che riguarda l'interpretazione del ruolo della scuola e di quello degli allievi:
se alla scuola spettava di organizzare la
proposta di apprendimento e agli allievi di adattarsi a essa, ora
gran parte dell'onere dell'adattamento viene assunto direttamente dalla scuola.
Non si dà più
per scontato che la proposta didattica sia comunque valida perché elaborata con
riferimento a un modello di allievo provvisto di caratteristiche
"centrali", ma si sottopone a verifica tale validità in relazione
alle caratteristiche degli allievi.
Algoritmo
o Diagramma di flusso
RECUPERO:
·
RINVIO A TESTI
·
SCHEDARIO (informazioni
specifiche: nomenclature, regole, procedimenti di calcolo ecc.)
·
SOSTEGNO PERSONALE
·
OSSERVAZIONE, ESPERIENZA GUIDATA
·
LAVORO DI GRUPPO
·
DISCUSSIONE DI GRUPPO
·
AIUTO RECIPROCO
·
…
OSSERVAZIONI
Semplificazione rassicurante, per il fatto che consentiva di iterare comportamenti consueti ma non incentivante
Viene a realizzarsi una frammentazione del percorso, che spetta poi all'allievo ricomporre all'interno dell'asse principale di sviluppo della proposta
Rispetto alla individualizzazione centrata sulla rilevazione tempestiva di difficoltà di apprendimento che si siano già tradotte in errori nelle prestazioni (com'è quella attuata attraverso il mastery learning), la nuova linea che qui stiamo considerando suppone che
l'errore
possa essere per lo più evitato attraverso la differenziazione preventiva
dei percorsi di apprendimento.
L’INSEGNANTE SI RIFERISCE AD UN MODELLO DI PRESTAZIONE “OTTIMALE” NON ESPLICITATO MA PENSATO E/O VISSUTO.
“IPSATIVO”[6]
MUOVE DA UNA SITUAZIONE DI FATTO ATTENTA AL PROGRESSO CHE CIASCUN ALUNNO CONSEGUE A PARTIRE DALLE SUE CAPACITA’, DAI CONDIZIONAMENTI E DALLE PRE-CONOSCENZE , PER ALTRO NON SEMPRE ACCERTATI
“NOMOTETICO”[7]
CONSITE NEL CONFRONTO TRA I RISULTI OTTENUTI DA CIASCUN ALUNNO E LO STANDARD PREFISSATO
“DINAMICO”
E’ INTESO COME CONFRONTO TRA IL PROGRESSO FATTO DA CIASCUN ALUNNO IN RAPPORTO AI PROGRESSI FATTI DAL GRUPPO COMPOSTO DAI SOGGETTI CHE HANNO INIZIATO UN PROCESSO DI APPRENDIMENTO PARTENDO DA CONDIZIONI ANALOGHE
“A
CRITERIO”
IL CONFRONTO E’ POSTO TRA LA PRESTAZIONE DI CIASCUNO E GLI OBIETTIVI FISSATI SECONDO LA PROGRAMMAZIONE.
NARRAZIONE come valutazione di una tendenza,
relazione-valori (qualitativa)
AFFERMAZIONE
come valutazione di un istante, misurazione-valute (quantitativa)
ETIMOLOGIA
VALUTARE
·
VALORE: INTENZIONE CULTURALMENTE FONDATA SAPIENTEMENTE ARTICOLATA E ONESTA DEL
SOGGETTO INDIVIDUALE (ETICO - MORALE)
·
VALUTA: IL VALORE RICONOSCIUO DAGLI STRUMENTI DEL RICONOSCIMENTO DI MASSA (ES.
VALUTA MONETARIA) CHE RENDE POSSIBILE LA CONVERTIBILITA’ DI TUTTO, SALUTE E
ASSETTI ETICO - MORALI COMPRESI.
IL CONCETTO DI VALUTAZIONE E’ NECESSARIAMENTE CORRELATO
ALLA VISIONE DEL MONDO:
SOGGETTIVITÀ - OGGETTIVITÀ
“LA SCIENTIFICITA’ DELLA PEDAGOGIA NON E’ DATA TANTO
DALLA SUA PRESUNTA CAPACITA’ DI LEGGERE I FENOMENNI IN TERMINI MATEMATICI O
STATISTICI …
…MA NELLA RIGOROSITA’ CON CUI SA LEGGERE QUEI FENOMENI
SENZA DISTORCERLI IN UNA PRESUNTA OGGETTIVITA’ CHE ALTRO NON SAREBBE SE
NON IL TENTATIVO VIOLENTO DI FARLI RIENTRARE IN SCHEMATISMI INTERPRETATIVI
ASTRATTI E PURAMENTE IDEOLOGICI.” (P. Bertolini)[8]
“QUALSIASI TENTATIVO, AD ESEMPIO, DI PERVENIRE AD UNA
VALUTAZIONE SCOLASTICA MEDIANTE LA MISURAZIONE DI DATI AVULSI DAL CONTESTO…TESSUTO
DI SIGNIFICATI CHE SI SONO ANDATI COSTRUENDO ALL’INTERNO DI OGNI PERSONA PER
EFFETTO DELLA SUA STESSA SOGGETTIVITA’ ATTIVA O INTENZIONALE,
RAPPERSENTA NON SOLO UNA FORZATURA MA UNA VERA E PROPRIA VIOLENZA.” (P.
Bertolini)
“RITENGO CHE LA FUNZIONE VALUTATIVA DEBBA ESSERE INTESA E
REALIZZATA COME UN AUTENTICO RAPPORTO INTERPERSONALE PER IL QUALE LA CAPACITA’
DI COMPRENSIONE* – SOPRATTUTTO DELL’EDUCATORE NEI CONFRONTI
DELL’EDUCANDO – DIVENTA UNA CONDIZIONE ASSOLUTAMENTE IMPRESCINDIBILE.” (P.
Bertolini)
*”COMPRENSIONE” = “ENTROPATIA”: CAPACITA’
DI METTERSI AL POSTO DI UN ALTRO.
“CIO’ COMPORTA LA MESSA IN ATTO DI STRUMENTI ANCHE
TECNICI PER REALIZZARE LA VALUTAZIONE, E PER EVITARE COMUNQUE CHE ESSA CADA
NEGLI STESSI LIMITI DI INATTENDIBILITA’ CHE L’AVEVANO CARATTERIZZATA NELLA
SUA FORMA TRADIZIONALE (GRATUITA’, MANCATA TRASPARENZA, CONTRADDITTORIETA’
ECC.)
(P. Bertolini)
“TALI STRUMENTI POSSONO ESSERE ANCHE QUELLI DI CUI
PARLA LA SCIENZA DOCIMOLOGICA, MA ALLA CONDIZIONE CHE ESSI VENGANO
UTILZZATI IN UN CONTESTO DI SIGNIFICATIVITA’ SOGGETTIVA PER LA QUALE I
RISULTATI OGGETTIVI VENGANO COMMISURATI E CORRELATI CON LE
CARATTERISTICHE GENERALI E SPECIFICHE DI CIASCUN SOGGETTO CHE SI INTENDE
VALUTARE” (P. Bertolini)
“ L’OPERATORE SCOLASTICO DOVRA’ PUNTARE A UNA
COMPRENSIONE LA PIU’ ADEGUATA POSSIBILE DEL VISSUTO DELL’ALLIEVO PER
UTILIZZARLO COME LO SFONDO SIGNIFICANTE PER LUI, SUL QUALE QUALSIASI
ALTRA PRESTAZIONE ACQUISTA IL SUO VERO SENSO E QUINDI IL SUO VERO VALORE” (P.
Bertolini)
VEDI SCALETTA INTERVENTO:
·
NARRAZIONE
PERSONALE
·
ESPERIENZE
PREGESSE
·
CONTRIBUTI
PRATICO-TEORICI
·
CONNESSIONE
TRA VISSUTI PERSONALI E NUOVI CONTENUTI
PER UNA
RIGOROSA RICERCA QUALITATIVA
1.
ESPLICITARE PREMESSE TEORICHE
2.
CONGRUENZA TRA TEORIA E STRUMENTI DI
INDAGINE
3.
CONTOLLO INTERSOGGETTIVO DEGLI
STRUMENTI SCELTI
4.
CONTROLLO INTERSOGGETTIVO
DELL’INTERPRETAZIONE DEI DATI
I METODI QUALITATIVI DI INDAGINE E DI INTERVENTO:
·
INTERVISTA
·
OSSERVAZIONE
·
LE
PROCEDURE DI RICERCA-AZIONE
[1] Rilevazione dei livelli di apprendimento effettuata dal Servizio Rilevazioni di Sistema (Seris), attività promossa dal Ministero dell’Istruzione attuata in collaborazione con l’Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema dell’Istruzione INVaLSI.
[2] “Professionalità docente e modalità di insegnamento/apprendimento”: argomenti affrontati nei primi incontri con la prof. M. Giusti
[3]
Benedetto
Vertecchi
insegna Pedagogia sperimentale allaTerza Università di Roma.
[4]
M. Scriven, Methodology of Evaluation, in R.W. Tyler, R.M. Gagné,
M.Scriven, Perspectives of curriculum evaluation, Rand Mc Nally,
Chicago, 1967,
[5] CALONGHI: QUADERNO N° 64 ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
[6] IPSO-: ALTEZZA, SOMMITA’
[7] NORMATIVO
[8]
P. Bertolini, LA VALUTAZIONE
POSSIBILE LA NUOVA ITALIA,1999.
[9] Susanna
Mantovani, a cura di La ricerca sul campo in educazione. I metodi
qualitativi Bruno Mondatori,1998-p13