SILSIS-MI AREA DI SCIENZE DELL’EDUCAZIONE
a. a. 2004-05
Corso di Scienze dell’Educazione II anno – V ciclo
La valutazione nei processi di insegnamento/apprendimento
1°- Esperienze personali e professionali
con discussioni e ascolto in piccoli gruppi
2°- "Portfolio", "Progetto pilota" e i curricoli
con laboratorio
3°- Valorizzazione e apprezzamento dell’esperienza propria e altrui
con attività di narrazione in sottogruppi
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Secondo incontro 28.1.05
Contratto formativo
Il "Portfolio", il "Progetto
pilota" e i curricoli
- istruzione e formazione -
Laboratorio
Dalla dimensione personale a quella professionale
Narra per iscritto
un episodio della tua vita formativa, nel quale hai contribuito a valorizzare l’esperienza di qualcuno.
Breve ricognizione:
Esplicitazione degli ambiti di esperienza valorizzati (extrascolastico, scolastico, metacognitivo, disciplinare ecc.)
(Per alzata di mano).
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La ricerca sulla valutazione possibile
(P.Bertolini e S.Mantovani)
NARRAZIONE come valutazione di una tendenza, relazione-valori (qualitativa)
AFFERMAZIONE come valutazione di un istante, misurazione-valute (quantitativa)
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La valutazione nei processi di insegnamento/apprendimento
Il Portfolio
il Progetto pilota
il curricolo
a cura di S. PozziLa valutazione nei processi di insegnamento/apprendimento
Vita – scuola – lavoro:
un dialogo possibile?
a cura di P. Condemi
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INTERVALLO
Divisione in tre gruppi di lavoro per la ripresa del testo narrativo sul contributo alla valorizzazione.
CONFRONTO COLLETTIVO e PRODUZIONE SCRITTA INDIVIDUALE
Per poter evidenziare ed attivare le specificità e potenzialità di ciascuno studente/ssa, individua quali sono, a tuo avviso, gli elementi su cui agire costruendo una pagina o una scheda del diario di bordo o della biografia da inserire nel portfolio delle competenze.
La ricerca sulla valutazione possibile
"LA RICERCA ESPLORATIVA E IL MOMENTO DESCRITTIVO E FASE DI INTERVENTO E DI MISURAZIONE NON POSSONO ESSERE CONTRAPPOSTI COME ALTERNATIVI, BENSI’ SONO ASPETTI DIVERSI ED ENTRAMBI AMMISSIBILI E PRATICABILI ALL’INTERNO DELLA RICERCA EDUCATIVA"*
* Susanna Mantovani, a cura di La ricerca sul campo in educazione. I metodi qualitativi
Bruno Mondatori,1998-p13
NARRAZIONE*
come valutazione di una tendenza, relazione-valori (qualitativa)
AFFERMAZIONE*
come valutazione di un istante, misurazione-valute (quantitativa)* G. Boselli e A. Melucci in
P. Bertolini, a cura di La valutazione possibile La Nuova Italia p.23 e seg.
ETIMOLOGIA VALUTARE
VALORE: INTENZIONE CULTURALMENTE FONDATA SAPIENTEMENTE ARTICOLATA E ONESTA DEL SOGGETTO INDIVIDUALE (ETICO - MORALE)
VALUTA: IL VALORE RICONOSCIUTO DAGLI STRUMENTI DI RICONOSCIMENTO DI MASSA (ES. VALUTA MONETARIA) CHE RENDE POSSIBILE LA CONVERTIBILITA’ DI TUTTO, SALUTE E ASSETTI ETICO - MORALI COMPRESI.
IL CONCETTO DI VALUTAZIONE E’ NECESSARIAMENTE CORRELATO ALLA VISIONE DEL MONDO:
SOGGETTIVITÀ - OGGETTIVITÀ
"LA SCIENTIFICITA’ DELLA PEDAGOGIA NON E’ DATA TANTO DALLA SUA PRESUNTA CAPACITA’ DI LEGGERE I FENOMENNI IN TERMINI MATEMATICI O STATISTICI …
…MA NELLA RIGOROSITA’ CON CUI SA LEGGERE QUEI FENOMENI SENZA DISTORCERLI IN UNA PRESUNTA OGGETTIVITA’ CHE ALTRO NON SAREBBE SE NON IL TENTATIVO VIOLENTO DI FARLI RIENTRARE IN SCHEMATISMI INTERPRETATIVI ASTRATTI E PURAMENTE IDEOLOGICI." (P. Bertolini)[1]
[1]
P. Bertolini, a cura di La valutazione possibile La Nuova Italia p.7 e seg.
"QUALSIASI TENTATIVO, AD ESEMPIO, DI PERVENIRE AD UNA VALUTAZIONE SCOLASTICA MEDIANTE LA MISURAZIONE DI DATI AVULSI DAL CONTESTO…TESSUTO DI SIGNIFICATI CHE SI SONO ANDATI COSTRUENDO ALL’INTERNO DI OGNI PERSONA PER EFFETTO DELLA SUA STESSA SOGGETTIVITA’ ATTIVA O INTENZIONALE, RAPPERSENTA NON SOLO UNA FORZATURA MA UNA VERA E PROPRIA VIOLENZA." (P. Bertolini)
"RITENGO CHE LA FUNZIONE VALUTATIVA DEBBA ESSERE INTESA E REALIZZATA COME UN AUTENTICO RAPPORTO INTERPERSONALE PER IL QUALE LA CAPACITA’ DI COMPRENSIONE* – SOPRATTUTTO DELL’EDUCATORE NEI CONFRONTI DELL’EDUCANDO – DIVENTA UNA CONDIZIONE ASSOLUTAMENTE IMPRESCINDIBILE." (P. Bertolini)
*"COMPRENSIONE" = "ENTROPATIA": CAPACITA’ DI METTERSI AL POSTO DI UN ALTRO, SENTIRSI COINVOLTI NEL SUO VISSUTO
"CIO’ COMPORTA LA MESSA IN ATTO DI STRUMENTI ANCHE TECNICI PER REALIZZARE LA VALUTAZIONE, E PER EVITARE COMUNQUE CHE ESSA CADA NEGLI STESSI LIMITI DI INATTENDIBILITA’ CHE L’AVEVANO CARATTERIZZATA NELLA SUA FORMA TRADIZIONALE:
GRATUITA’, MANCATA TRASPARENZA, CONTRADDITTORIETA’ ECC.
(P. Bertolini)
"TALI STRUMENTI POSSONO ESSERE ANCHE QUELLI DI CUI PARLA LA SCIENZA DOCIMOLOGICA, MA ALLA CONDIZIONE CHE ESSI VENGANO UTILZZATI IN UN CONTESTO DI SIGNIFICATIVITA’ SOGGETTIVA PER LA QUALE I RISULTATI OGGETTIVI VENGANO COMMISURATI E CORRELATI CON LE CARATTERISTICHE GENERALI E SPECIFICHE DI CIASCUN SOGGETTO CHE SI INTENDE VALUTARE"
(P. Bertolini)
" L’OPERATORE SCOLASTICO DOVRA’ PUNTARE A UNA COMPRENSIONE LA PIU’ ADEGUATA POSSIBILE DEL VISSUTO DELL’ALLIEVO PER UTILIZZARLO COME LO SFONDO SIGNIFICANTE PER LUI, SUL QUALE QUALSIASI ALTRA PRESTAZIONE ACQUISTA IL SUO VERO SENSO E QUINDI IL SUO VERO VALORE"
(P. Bertolini)
Anche nel nostro incontro abbiamo operato iniziando dal vissuto
:
NARRAZIONE PERSONALE
SCAMBIO ESPERIENZE CONTRIBUTI PRATICO-TEORICI
CONNESSIONE TRA VISSUTI PERSONALI E NUOVI CONTENUTI
PER UNA RIGOROSA RICERCA QUALITATIVA*
1.ESPLICITARE PREMESSE TEORICHE
2.CONGRUENZA TRA TEORIA E STRUMENTI DI INDAGINE
3.CONTOLLO INTERSOGGETTIVO DEGLI STRUMENTI SCELTI
4.CONTROLLO INTERSOGGETTIVO DELL’INTERPRETAZIONE DEI DATI
*Susanna Mantovani, p.33
I METODI QUALITATIVI DI INDAGINE E DI INTERVENTO:
INTERVISTA BIOGRAFICA/AUTOBIOGRAFIA
OSSERVAZIONE PARTECIPANTE
LE PROCEDURE DI RICERCA-AZIONE
La valutazione nel processo di insegnamento/apprendimento
28/01/2005 a cura di S. Pozzi
Lo studente nel processo di valutazione
Componenti della competenza autovalutativa
Apprendimento autonomo.
Metacognizione.
Costruzione consapevole dei saperi dichiarativi e procedurali.
Potenziamento del processo di autovalutazione
Competenza di gestione del curricolo personale.
Assunzione di responsabilità.
Il portfolio.
Bilancio delle competenze.
Il docente nel processo di autovalutazione
Valuta gli apprendimenti individuali
Costruisce gli strumenti per l’autovalutazione
Verifica i processi
Attua il bilancio delle competenze
- definisce le competenze, i livelli di sufficienza, gli indicatori di competenza in rapporto al portfolio e alla sua gestione.
- Legge n° 53/03 Profilo Educativo
Culturale e Professionale
Dalle "INDICAZIONI NAZIONALI per i PIANI di studio personalizzati"
per la scuola secondaria di 1° grado
(definiti anche con i relativi standard di
apprendimento, riferiti alle conoscenze e alle
abilità coinvolte);
b) delle attività educative e didattiche unitarie, dei
metodi, delle soluzioni organizzative ritenute
necessarie per concretizzare gli obiettivi formativi
formulati;
dalle modalità con cui verificare sia i livelli delle
conoscenze e delle abilità acquisite, sia se e quanto tali conoscenze e
abilità si sono trasformate in competenze personali di ciascuno.
Ogni istituzione scolastica, ogni gruppo docente, deciderà il grado di analiticità di questa progettazione delle Unità di Apprendimento.
L’insieme delle Unità di Apprendimento effettivamente realizzate, con le
eventuali differenziazioni che si fossero rese opportune per singoli alunni, da
origine al PIANO DI STUDIO PERSONALIZZATO, che resta a disposizione delle
famiglie e da cui si ricava anche la documentazione utile per la compilazione
del PORTFOLIO delle COMPETENZE INDIVIDUALI.
e quindi:
dagli OBIETTIVI FORMATIVI (ART 8 del DPR n°275/’99)
agli OBIETTIVI di APPRENDIMENTO effettivamente adatti ai
singoli allievi (art.13 del DPR n° 275/’99).
SENSO e SIGNIFICATO DEL PORTFOLIO
Dalla Valutazione sommativa e formativa alla valutazione "autentica"
quindi: l’azione valutativa dell’insegnante si sposta da
-
ciò che lo studente ha imparato (compiti speculari all’azione del docente)
-
all’applicazione delle conoscenze e abilità che lo studente mette in atto per produrre prodotti complessi nei quali si rivelino la padronanza e la competenza (compiti di prestazioni)
Riferimenti istituzionali, culturali e
metodologici del Portfolio
Il portfolio
Presa di coscienza dei propri punti di partenza, potenzialità, attitudini, progressi,
processo di apprendimento nel suo svolgersi.
Cartella personale che accompagna lo studente dalla scuola dell’infanzia fino alla scuola superiore.
Che cos’è un portfolio? Secondo Arter e Spondel
Quali funzioni ha
Creare una cultura dell’autovalutazione
Rendere le famiglie corresponsabili del processo di apprendimento
Orientare lo studente al futuro scolastico e lavorativo
Dare un senso alla documentazione del lavoro dello studente
Che struttura ha?
Il portfolio è composto da una sezione dedicata alla valutazione e da un’altra riservata all’orientamento.
Dalle Indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati
Che cosa contiene
Materiali prodotti dall’allievo
Prove scolastiche significative
Osservazioni dell’insegnante
Commenti su lavori personali ed elaborati significativi
Indicatori di sintesi delle attitudini e degli interessi più manifesti.
Nel Portfolio
Documentazione essenziale relativa al progredire dello studente lungo il suo percorso formativo
A cosa serve
A fornire una valutazione più efficace e concreta
Si pone sempre in positivo
Contabilizza i progressi ed evita la logica del confronto attraverso i voti.
"Contenuti" comuni nel portfolio
Ø Presentazione/diari di bordo
Ø Biografia (linguistica, matematica, ecc)
Ø Riflessione/autovalutazione (come imparo? come sono? ...)
Ø Punto della situazione (Che cosa so? Che cosa so fare?…)
Ø Dossier.
Il portfolio richiede che l’insegnante sappia progettare
prestazioni significative degli allievi ma anche redigere
RUBRICHE che descrivono i criteri secondo cui sono valutate
sia le singole prestazioni, sia la raccolta finale.
A cosa serve una RUBRICA?
è lo strumento per identificare e chiarificare le aspettative
specifiche relative a una prestazione e indica come si sono
raggiunti gli obiettivi prestabiliti.
A chi è diretto
Il portfolio è diretto
alle famiglie
agli ordini di scuola successivi
a insegnanti
Chi lo compila
Nella scuola superiore il portfolio è a cura dello studente.
Nella scuola primaria è a cura dello studente, delle famiglie e dei docenti.
La cura della sezione relativa alla valutazione è rimessa alla diretta
competenza di tutti i docenti titolari delle attività educative e didattiche
previste dai piani di studio personalizzati (articoli 8 e 11 dello stesso
decreto).
(C.M. 85, 3/12/04)
Come si progetta un portfolio?
La definizione dello scopo del portfolio è un aspetto
fondamentale della sua costruzione.
A diversi scopi corrispondono diversi tipi di portfolio:
gli scopi diversi da dimostrare richiederanno prove
documentali differenti e quindi daranno origine
a portfolii diversi.
Alcuni tipi:
(secondo Mario Comoglio in L’Educatore gennaio-febbraio-marzo 2003)
Portfolio di lavoro: (metodo di Studio; estensione e maggiore padronanza di contenuti; competenze di livello elevato; problemi reali; ….)
Portfolio cumulativo
Portfolio di dimostrazione
Portfolio dei lavori migliori
Portfolio per il passaggio a un ciclo di scuola successivo
Portfolio per una domanda di lavoro
Portfolio di orientamento professionale
Portfolio di classe
Portfolio di gruppo
Quale rapporto tra portfolio e scheda di valutazione
portfolio delle competenze oppure farne parte strutturalmente nell'apposita sezione dedicata alla valutazioneQuanto alla scheda personale dell'alunno, la stessa può essere allegata al
(C.M. n.85 3/12/04)
Il Progetto Pilota
L’Invalsi e il D.L.19/11/04
D.L. 19 novembre 2004, n° 286
Viene per la prima volta istituito in Italia, come è già avvenuto da tempo in tutti i maggiori Paesi europei, un Servizio nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione.
Il nuovo servizio avrà il compito di contribuire al progressivo miglioramento e armonizzazione della qualità del sistema educativo, valutandone l'efficacia e l'efficienza e inquadrandone la valutazione nel contesto internazionale.
Il Servizio nazionale è affidato principalmente all'Istituto nazionale di valutazione del sistema educativo di istruzione e formazione (Invalsi), che viene a tal fine riordinato.
L'Invalsi, ha avuto finora quale fine istituzionale la ricerca sulle metodologie valutative. Esso ha anche svolto, negli ultimi anni, in via sperimentale, la valutazione delle scuole che hanno aderito volontariamente.
Il decreto legislativo affida ora all'Invalsi la valutazione complessiva di sistema, che diviene obbligatoria per tutte le scuole e viene affidata all'Istituto riordinato come sua finalità fondamentale.
La valutazione affidata all'Istituto è una valutazione complessiva di sistema che si aggiunge alla valutazione, periodica e annuale, degli apprendimenti e del comportamento degli studenti, affidata ai docenti.
Al Servizio nazionale di valutazione concorreranno, attraverso accordi e intese volti alla condivisione dei dati e delle conoscenze, oltre all'Invalsi, le scuole autonome, che dovranno autovalutarsi, e le Regioni, le Province e i Comuni in relazione ai rispettivi ambiti di competenza.
Compito dell'Istituto sarà anche predisporre le prove dell'Esame di Stato per la loro scelta da parte del Ministro.
La valutazione riguarda sia il sistema dell'istruzione, sia il sistema dell'istruzione e formazione professionale limitatamente, per quest'ultimo, ai livelli essenziali delle prestazioni.
Vita - scuola - lavoro:
un dialogo possibile?
22
28.1.05 a cura di Pietro Condemi
Cosa passa tra i due mondi
Paradigma
"Una costellazione di concetti, valori,
percezioni e comportamenti condivisi da una
comunità, che dà forma a una visione
particolare della realtà come base del modo
in cui la comunità si organizza".
(Thomas Kuhn)
Valutare per …
"… promuovere la formazione di un soggetto intero in cui si compenetrino aspetti cognitivi, affettivi, relazionali, corporei … favorire un'adeguata qualità della vita."
(Agostina Melucci).
… oppure valutare per …
"… fabbricare giovani in grado
di guadagnare bene" .
… oppure valutare per …
… ottenere "corpi utili perchè produttivi e docili perchè assoggettati"
(Michel Foucault)
Formazione scolastica
La scuola ha il compito di preparare individui in grado di far fronte alle reali esigenze del mondo delle imprese, "una forza lavoro qualificata e una cittadinanza disciplinata"
(Steven Brint)
La scuola deve aprire al mondo, rendere autonomi e depositari di legittimi desideri, aiutare a crescere, a gestire l’angoscia, a sentirsi utili e importanti, a modificare le relazioni con gli altri, a imparare dall’esperienza
(Riccardo Massa)
"Aziendalizzazione"
Organizzare e gestire un’istituzione attenta alle variabili economiche proprie d’impresa;
Organizzare e gestire un’istituzione attenta alle esigenze del "mercato degli utenti" e a quelle del mondo del lavoro (sapere, saper fare, saper essere, saper divenire).
Compatibilità – incompatibilità
Cosa serve al mondo della vita
Conoscenze: cognitive e linguistiche, "tecniche" per accedere al mondo del lavoro;
abilità: modellare se stessi, "scegliersi", capacità di compiacere, chiedere scusa, rapportarsi, trovare strategie per risolvere i problemi esistenziali;
competenze: senso critico, gusto estetico, capacità relazionali, educazione sentimentale, sessuale, ecologica, capacità di progettare e realizzare cambiamenti.
Cosa serve al mondo del lavoro
Conoscenze: di base e di metodo; quelle specialistiche diventano presto obsolete;
abilità: applicazione di conoscenze per operazioni routinarie, trasferimento di metodi noti a nuovi problemi;
competenze: capacità di analizzare, comparare, intraprendere, correlare, decostruire, ascoltare, osservare, partecipare, trasferire conoscenza.
Cosa si insegna-apprende a scuola
Conoscenze: la capacità di richiamare alla memoria fatti, eventi, metodi, processi;
abilità: la capacità funzionale di fronte a compiti specifici, applicando conoscenze;
competenze, ovvero:
capacità di orientarsi in nuovi territori;
capacità di mettere a confronto, di interrelare diversi modi di approccio a nuovi problemi, capacità di trasferire conoscenze;
capacità di afferrare la logica interna delle azioni (cosa ci sta dietro, quale pensiero).
Efficienza
Il gruppo di produzione
Efficacia
Il gruppo di apprendimento
Differenze di scopi
Efficienza
Il gruppo di produzione
Orientato al prodotto, valorizza il passato di ognuno, crea attori ed emarginati, rinforza le conoscenze pregresse ma non permette di crearne di nuove in nome dell'efficienza; "una pedagogia al rovescio in quanto il futuro degli allievi è sviluppo del loro passato" (Philippe Meirieu).
Efficacia
Il gruppo di apprendimento
Centratura sullo sviluppo cognitivo di ognuno dei suoi membri offrendo a ognuno la possibilità di raggiungere un dato scopo.
Condizioni per la sua realizzabilità:
una comunicazione che permetta a ogni partecipante di comunicare con tutti;
ripartizione dei materiali di lavoro così da permettere l'attività comune solo grazie alla loro messa in comune;
assegnazione di un ruolo a ognuno (a rotazione).
Differenze di scopi
Gruppo di lavoro: efficienza, operazioni di routine, formazione come expertise.
Gruppo di apprendimento: efficacia, confronto con il nuovo, formazione come collaborazione, discussione, conflitto.
Condizioni necessarie per l’efficacia
Struttura basata sui processi;
gruppi autodiretti interfunzionali;
compiti non più suddivisi;
si è parte di un sistema sociale;
discrezionalità e responsabilità (nell'orientamento a un obiettivo);
controllo autodiretto;
condivisione delle informazioni;
informazione completa dell’azienda.
Gli aspetti emergenti della progettazione organizzativa
nel mondo del lavoro.
La tendenza delle organizzazioni odierne che vivono l’alta competitività e l’instabilità ambientale è quella di divenire learning organization: bassa gerarchia, equa distribuzione di ricompense, condivisione di conoscenze, struttura fluida e adattabile a cogliere opportunità o a gestire crisi.
(Richard Daft)
"Aziendalizzazione" della scuola?
L’eccellenza organizzativa
in azienda
Orientamento strategico:
essere vicino al cliente;
"Aziendalizzazione" della scuola?
Orientamento strategico: essere vicino all’allievo. In un rapporto di fiducia tra educatore ed educando, si possono esternare carenze e mancanze, anziché nasconderle; "evitare giudizi che producano danno alle persone e alle relazioni ." (Guido Armellini).
Valutare serve a imparare
L’eccellenza organizzativa
in azienda
ruolo del top management:
leadership come fornire una direzione e uno scopo condiviso, orientare all’azione, al cambiamento e all’apprendimento, promuovere i valori-chiave (profitto, ma anche qualità e servizio, gestire, condividere e creare conoscenza);
"Aziendalizzazione" della scuola?
ruolo dell’insegnante:
fornire una direzione e uno scopo condiviso, orientare all'autonomia di pensiero, all’analisi di come le cose si costruiscono e decostruiscono, allo sviluppo dell'immaginazione e della curiosità, alla voglia di sperimentare, toccare, provare, osservare, patire, condividere.
Valutare è atto formativo
L’eccellenza organizzativa
in azienda
progettazione organizzativa: bassa gerarchia, empowerment dei dipendenti, gruppi collaborativi intorno ai processi chiave, utilizzo dell’Information Technology, lavoro interdisciplinare;
"Aziendalizzazione" della scuola?
progettazione organizzativa:
a- bassa gerarchia come consapevolezza che "il comportamento del sistema individuo e del sistema sociale ha senso sia per un osservatore esterno, sia per gli attori … (e spesso in modo differente)"
(Fulvio Carmagnola);
progettazione organizzativa:
b - bassa gerarchia come consapevolezza che la relazione sociale e affettiva con gli altri svolge un ruolo importante quanto la mediazione linguistica: conta il soggetto in carne e ossa che dà un senso a ciò che accade, che ha una sua storia personale e sociale. (Clotilde Pontecorvo)
progettazione organizzativa:
c - bassa gerarchia come consapevolezza che comunicare significa
volontà d’impegnarsi con un mondo
diverso usando la propria esperienza per
dare significato a ciò che
non è nelle parole nè nel testo,
ma che viene evocato nell’incontro.
(Unni Wikan)
progettazione organizzativa:
d - bassa gerarchia come consapevolezza che
con-versare significa versare insieme sentimenti, punti di vista, problemi, ipotesi, soluzioni.
"Veicola condivisione e senso di responsabilità, connotazioni affettive di un I care che si sostanzia in una espressione di 'interesse' nei confronti degli altri e della loro felicità/infelicità."
(Anna Marina Mariani)
progettazione organizzativa:
e - empowerment degli allievi come sviluppo delle capacità di valutare, scegliere e coltivare l'intuizione del futuro; come attitudine progettuale; come consapevolezza della propria irriducibile singolarità esistenziale;
progettazione organizzativa:
f - empowerment degli allievi come costruzione di una matura coscienza di sé, dei propri limiti e delle proprie opportunità, del proprio stile, delle proprie aspirazioni, capacità di far uso degli elementi culturali per una propria progettualità intellettuale ed esistenziale;
progettazione organizzativa:
g - gruppi collaborativi intorno ai processi chiave come:
gruppi di apprendimento per allievi;
gruppi di progetto tra insegnanti;
co-costruzione di criteri di valutazione con i propri colleghi e con il mondo scientifico (occorre amare per capire, essere aiutati, essere amici);
progettazione organizzativa:
h - gruppi collaborativi intorno ai processi chiave come:
mettere a disposizione del soggetto la possibilità di raccontarsi, o di essere solo ciò che si è, o di valutare il servizio, avere la possibilità di conoscerlo, ascoltarlo possedendo capacità di decodifica, tecniche di relazione, per rimettere in circolo sotto forma verbale.
progettazione organizzativa:
i - utilizzo dell’Information Technology come:
saper usare le fonti di conoscenza (si è in grado di ricercare informazioni nuove);
saper collaborare in team virtuali;
saper condividere conoscenza;
saper apprendere (e-learning).
progettazione organizzativa:
l - lavoro interdisciplinare come:
saper correlare i fatti;
saper cogliere la complessità;
comprendere che ogni campo di conoscenza ha sue specifiche peculiarità.
L’eccellenza organizzativa
in azienda
cultura aziendale: clima di fiducia attraverso condivisione di informazioni, partecipazione, prospettiva a lungo termine, apprendimento continuo, ‘dimenticare come si sono sempre fatte le cose’.
"Aziendalizzazione" della scuola?
Cultura della scuola:
clima di fiducia attraverso:
condivisione di informazioni tra insegnanti, studenti, famiglie;
partecipazione: ascolto, valutazione intersoggettiva;
prospettiva: apprendimento continuo;
pensiero divergente: aperto a soluzioni e percorsi differenziati .
Abilità presidiate dal
mondo della scuola
Saper usare conoscenze ed esperienze;
riflessione metacognitiva;
saper usare le fonti di conoscenza;
saper problematizzare le teorie esplicative dei problemi;
essere capaci di predisporre metodiche di falsificazione delle teorie;
essere in grado di comunicare il percorso attuato.
Competenze presidiate dal mondo della scuola
Competenza scientifica: per cambiare la realtà occorre problematizzare, formulare ipotesi risolutorie, verificare l’esito, confrontare i risultati;
Competenza narratologica: riflessione su sé e sulle proprie pre-comprensioni, sul processo attivato e sulla propria capacità di comunicare con sé e con gli altri, ricerca e tolleranza rispetto a sé e agli altri.
conclusioni:
organizzare e gestire un’istituzione attenta alle esigenze del mondo della vita e del mondo del lavoro;
coltivare per far crescere abilità e competenze spendibili in entrambi i mondi;
divenire soggetto etico: responsabili perché abili (all’altezza e agili) e limitati (dobbiamo confrontarci e collaborare).
Testi di riferimento
Bertolini Piero (a cura di), La valutazione possibile, La Nuova Italia
Brint Steven, Scuola e società, Il Mulino
Carmagnola Fulvio, Non sapere di sapere, Etaslibri
Daft Richard, Organizzazione aziendale, Apogeo
Fabietti Ugo, Antropologia culturale, Laterza
Foucault Michel, Sorvegliare e punire, Einaudi
Mariani Anna Marina, Educazione informale tra adulti, Unicopli
Massa Riccardo, Cambiare la scuola, Laterza
Meirieu Philippe, Lavoro di gruppo e apprendimenti individuali, La Nuova Italia
Natoli Salvatore, Dizionario del vizi e delle virtù, Feltrinelli